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Centinaia di anni fa (alcune versioni dicono nel periodo Heian) viveva una giovane donna, moglie o concubina di un samurai, che sembra fosse molto bella e molto vanitosa e che si dice tradisse il marito. Il samurai, che era estremamente geloso, in un impeto d'ira colpì la donna con la propria katana, aprendole la bocca da orecchio a orecchio e gridando "Chi dirà che sei bella adesso?!".
Da allora cominciarono a girare voci su una donna che vagava nelle notti di nebbia con il volto coperto da una mascherina (cosa non del tutto insolita in Giappone, dove chi è in preda al raffreddore si copre naso e bocca con queste mascherine per evitare di attaccare la malattia a chi gli sta intorno) e che, incontrato un passante, lo fermava e gli chiedeva "Trovi che io sia bella?" ("Kirei da to omou?"), per poi ripetere la domanda dopo essersi tolta la mascherina rivelando la sua bocca abnorme.
A questo punto la leggenda prende vie diverse e fantasiose: alcune voci dicevano che la kuchisake-onna divorava le sue vittime con la sua enorme bocca, mentre altre meno paurose che, spaventato il passante, cominciava a ridere in modo agghiacciante per poi sparire nel nulla.
In una versione più articolata, invece, qualora la vittima fuggisse inorridita dall'aspetto della kuchisake-onna, veniva inseguita e uccisa con una lama di pugnale sulla soglia della propria casa dopo essere stata sfigurata allo stesso modo in cui lo era stata lei; l'unico modo per non essere inseguiti era rispondere affermativamente entrambe le volte, soddisfacendo l'animo affranto della donna. Se invece si veniva inseguiti, sembra che l'unico espediente per salvarsi fosse quello di gettarle della frutta, di cui era sempre affamata, e di scappare mentre lei mangiava.
Successivamente, sembra nel periodo Sengoku, circolò un racconto sulla kuchisake-onna, ambientato nel quartiere Shinjuku ad Edo. Uno dei servitori di un signorotto locale finì di lavorare molto tardi, trovandosi a rincasare a notte inoltrata e con la pioggia battente. Lungo il cammino notò una donna completamente zuppa d'acqua tanto che, impietosito, le si avvicinò per offrirle riparo sotto al suo ombrello. Quando però la vide in faccia, scoprì che era orribilmente sfigurata da uno squarcio che andava da un orecchio all'altro."
E' intrigantissimo questo mito, anche se parecchio inquietante. *_* Mi raccomando, se l'ha incontrata rispondete sempre che è bella. X°D So che ci hanno fatto anche un film omonimo, un horror ovviamente, credo sia uno dei rarissimissimi horror che vorrei vedere.
La locandina del film:
Per chi sa leggere l'inglese la storia "raccontata", se così si può dire. *___*
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The Kiss of the Kuchisake-onnaOne night, not so long ago, salaryman Taro was flushed with sake and success, having closed a deal that ensured money for his company and promotion for himself. In celebration, he had been drinking with his co-workers, and had more than his usual share.
In the bar, there was also a woman sitting alone. She was elegant and beautiful, with captivating eyes and glimmering black hair. Not unusually for the season, she wore a surgical mask that covered her lower face, as a protection from the various pollens and pollutions that tainted the air.
Salaryman Taro, feeling braver than usual, sat next to the woman and talked away at her, buying her a drink which she never touched and boasting of his success and promising future. She answered demurely but interested, and he suggested that they move to a more private bar that he knew, not so far away. She nodded, and with a wink to his co-workers the two moved out into the street.
Taro was quick to hurry her to a nearby, darkened alley, where he pulled her close and stared into her enchanting eyes. "Am I beautiful?" the woman asked, in a quivering voice, muffled behind the surgical mask. "Very beautiful," he replied, moving his face closer. "Am I beautiful?" she repeated, reaching behind her head to undo the barrier between their mouths. "Most beautiful." he said again, anticipating the kiss that was his.
The mask slipped from her face and Taro froze, unable even to scream. The woman's mouth spread from one ear to the other, consuming her lower face. From the nose down, it was split, with two flaps of skin spreading to show her rows of sharp pointed teeth. Her hinged jaw opened impossibly wide, and her misshapen mouth somehow managed to form the words again: "Am I beautiful?"
Salaryman Taro, aged 30, was never heard of again.
So they say.
Another candle goes out, and the shadows around your home begin to resemble a long, gaping smile..."
